La manovra per evitare l'iceberg |
|||
|
|||
|
|||
William Murdoch |
Edward John Smith |
||
|
|||
Secondo quanto riferito dal primo ufficiale William Murdoch al Capitano Edward John Smith, egli aveva, per cercare di evitare la collisione, ordinato il timone tutto a dritta (barra a sinistra) e le macchine "indietro tutta" con l'intenzione di lasciare sfilare l'iceberg sulla sua destra, ma purtroppo l'ostacolo era troppo vicino e la collisione fu inevitabile. |
|||
|
|||
Joseph Boxhall |
Robert Hitchens |
||
|
|||
I termini di questa dichiarazione furono confermati, durante le inchieste, dal
quarto ufficiale Joseph Boxhall e dal timoniere Robert Hitchens: questa
resta ancora oggi la versione ufficiale. |
|||
|
|||
Alfred Olliver |
Joseph Scarrott |
Thomas Dillon |
George Beauchamp |
|
|||
Durante l'inchiesta successiva alla tragedia nel 1912, due marinai testimoniarono infatti che (dopo l'accostata iniziale a sinistra) ce ne fu una a destra. Sul ponte di comando il capo timoniere in seconda, Alfred Olliver, aveva inteso dare quell'ordine al timoniere Hitchens ed il marinaio Joseph Scarrott disse di aver visto infatti la nave cominciare a virare sulla destra per evitare l'iceberg. Per di più, quattro fuochisti dichiararono che il primo ordine ricevuto in sala macchine era stato "ferma". Tre di essi, inoltre, fornirono le seguenti indicazioni: Thomas Dillon testimoniò che la nave aveva messo le macchine "indietro" e poi erano state messe "in avanti", questo accadde due minuti circa dopo la collisione. Frederick Scott, l'altro fuochista, asserì che erano state fermate le macchine per dieci minuti ed infine, per cinque minuti "avanti lentamente". Scott, che si trovava presso la turbina al momento della collisione, poteva infatti vedere il quadro di comando di una delle macchine. Anche George Beauchamp confermò le dichiarazioni del collega Scott. |
|||
|
|||
|
|||
|
|||
Il secondo ufficiale Charles Lightoller confermò esplicitamente i contenuti delle dichiarazioni di Dillon e Scott, indicando che, quando uscì sul ponte, dopo essere stato avvertito dell'accaduto da Boxhall, aveva stimato che il TITANIC procedeva ad una velocità di "circa 6 nodi". Inoltre, al momento dell'impatto, aveva avvertito l'arresto delle macchine, ma non gli era sembrato che queste fossero "indietro tutta". |
|||
|
|||
|
|||
|
|||
Infine, nella stessa inchiesta, venne sentenziato che la rimessa in rotta di una nave gravemente
danneggiata sotto la linea di galleggiamento è più facile che aggravi lo
stato delle cose piuttosto che comporti effettivi miglioramenti: sembra che
tale situazione fosse proprio quella verificatasi in quel tragico evento
dopo che il rappresentante della White Star Line, Joseph Bruce Ismay, intimò
al Capitano Smith di proseguire il viaggio, nonostante la nave fosse
irrimediabilmente perduta! - 1) se l'angolo di barra iniziale ed errato fosse stato effettivamente minimo, significava che William Murdoch si accorse pressoché subito dell'errore del timoniere anche perché il suo primo ordine fu sicuramente di mettere "tutto" il timone (o barra) da un lato (circa 35°) e non solo di pochi gradi; - 2) se le macchine furono messe subito "indietro", probabilmente Murdoch lo fece per la forte emozione di trovarsi dinnanzi quella montagna di ghiaccio. Appena si rese conto dell'errore del timoniere, modificò l'ordine delle macchine, fermandole e mettendole "avanti", così da riacquistare le qualità evolutive del timone che erano state compromesse dall'ordine iniziale di "ferma" od "indietro tutta" ai motori. |
|||
|
|||
Tutti i testi nel sito www.titanicdiclaudiobossi.com sono di proprietà intellettuale di claudio bossi. Non è permesso a terzi copiare, modificare, ripubblicare o comunque sfruttare i sopraccitati testi del sito senza preventiva autorizzazione scritta da parte di claudio bossi. | |||
|
|||