Il 16 aprile
1912 con il trascorrere delle ore e del tempo borbottii, sussurri e voci
hanno attraversato tutta la città Southampton: alla fine sarebbe diventata la
notizia della più grande tragedia che mai sarebbe potuta accadere: il
TITANIC, la grande nave, era affondata nell'Atlantico, ed aveva portato con
sé più di 1500 anime.
Le strade e la zona portuale pullulavano di gente che chiacchierava. Tutti erano
preoccupati per la sorte dei propri cari: gli abitanti, di questa città
meridionale della Gran Bretagna, avevano cominciato a scendere in Canute Road (strada appena fuori il molo,
dove era ubicata la locale sede della White Star Line ed anche dove
risiedeva il capo dei macchinisti Joseph Bell) ed affollare l'esterno della
sede degli uffici della White Star Line.
Quel giorno una sorta di silenzio piombò su Southampton non appena la
drammaticità del disastro aveva cominciato a realizzarsi.
Fuori degli uffici della White Star Line sita in Chambers Canute, alla folla in attesa, era stato
presentato con un breve messaggio che è stato posto sui cancelli, vedi fotografia
qui sotto. |
Diceva:
"TITANIC naufragato alle ore 2:30 circa del 15 aprile. Circa 675 tra membri
dell'equipaggio e passeggeri dalle imbarcazioni di salvataggio sono raccolti
a bordo delle navi Carpathia e Californian. Si sta effettuando la ricerca
della posizione del disastro. I nomi di quelli salvati saranno pubblicati
non appena li avremo ricevuti."
Una imponente lavagna nera, come si può vedere nella fotografia qui sotto e
tratta dal Daily Echo dell'epoca, era stata messa pronta per iscrivere i nomi dei sopravvissuti. |
Un giornalista descrisse la folla
"cupa e silenziosa", nel leggere il
pietoso bollettino, per l'ambiguità del messaggio e l'assenza di qualsiasi
menzione diretta della perdita di vite umane, sorte alimentata ancora dalle
speranze a cui anche il più ottimista era aggrappato. Per molti però, quelle
sottili speranze si sarebbero presto estinte.
In tutta la città di Southampton, in quella soleggiata giornata di
primavera, le bandiere furono messe a mezz'asta.
Il Bargate, l'Union Castle House ed il South Western Hotel (in questo hotel
soggiornarono anche diversi passeggeri di prima classe, lo stesso Ismay ed il
progettista Thomas Andrews, in procinto di imbarcarsi sul TITANIC), centri
cruciali e nevralgici della città inglese, tutti resero i loro omaggi alle
anime, ancora senza nome, che persero la vita.
Voci ancora incontrollate riferirono che un piroscafo aveva raggiunto
Halifax con i sopravvissuti a bordo, ma ben pochi presero per vera
quell'informazione che non dissipò le ombre cupe che avevano già pervaso il
cuore di ogni persona presente.
Col passare delle ore, il pubblico aumentò, in particolare nelle vicinanze
al porto.
Ad un certo punto, Canute Road fu quasi completamente bloccata dalle donne
in attesa di notizie dei loro mariti e fidanzati.
Di tanto in tanto, qualcuno si faceva da parte per consentire ad un parente
di avventurarsi lentamente verso le porte di quegli uffici per chiedere se
vi erano più le notizie di quelle diramate. La risposta era sempre la
stessa, e non servì certo ad infondere fiducia e sensazioni positive alla
folla ansiosa di sapere ed alle persone aggrappate alla speranza di notizie
migliori.
Ben poche persone non furono coinvolte in queste scene toccanti: le donne
avevano il respiro troncato dal singhiozzo e gli uomini avevano gli occhi
resi umidi dalle lacrime.
Molte madri avevano i bambini in braccio e quelli un po' più grandicelli
erano aggrappati alle gonne... vagamente consapevoli del fatto che qualcosa
di spiacevole era accaduto al loro padre.
Storie simili si sarebbero ripetute in più di 540 case di tutta Southampton.
Il vero impatto con l'iceberg si era solo ora cominciato a farsi sentire. |