Sicuramente questi
sono i documenti più controversi relativi al TITANIC emersi
negli ultimi cento anni.
Documenti esplosivi, tenuti nascosti per un secolo, che rivelano come un
responsabile della sicurezza del Ministero del Commercio Britannico, il
Board of Trade, avesse espresso parere che il TITANIC necessitava di
certi compromessi ma fu in qualche
modo zittito, dai
proprietari della White Star Line, dall'esprimere i suoi timori.
Maurice Harvey Clarke, questo il nome del funzionario o meglio del Capitano, aveva ispezionato (accompagnato dagli ufficiali Lowe e Moody) la nave,
le scialuppe di salvataggio e le dotazioni di sicurezza, l'ultima volta quattro ore prima
che il TITANIC partisse per il suo viaggio inaugurale il 14 aprile
1912.
I documenti ci dimostrano che egli fu a bordo della nave in varie
occasioni: il giorno dell'arrivo del TITANIC al molo 44, ossia il 4
aprile ed il giorno 9 per dei controlli rituali. Ed ancora era a bordo alle
8 del mattino del 10 aprile 1912 per eseguire i suoi accertamenti che gli
avrebbero consentito di rilasciare il certificato che permetteva al
TITANIC "di trasportare passeggeri emigranti" (vedi
"Il Certificate for
Clearence").
Tra i suoi compiti per inciso Clarke era appunto preposto anche alla
sicurezza "del passeggero emigrante".
Egli aveva scritto molte note personali a riguardo, le vediamo
nelle immagini sopra (clicca per ingrandire), ed aveva rimarcato chiaramente
che la nave non aveva a bordo sufficienti scialuppe di salvataggio. Ma aveva
anche scritto che, se avesse fatto una raccomandazione ufficiale, il suo
posto di lavoro sarebbe "saltato".
Proprio per queste sue preoccupazioni, Clarke non ebbe dubbi nel seguire la
linea che lo stesso Board of Trade gli imponeva, e quando fu convocato all'udienza ufficiale
dell'inchiesta britannica, il giorno 17 giugno, in merito non manifestò
quindi le sue
legittime osservazioni. Alla domanda se il TITANIC era in un perfetto
ordine per andare per mare (24108. And was she
in proper order to go to sea as an emigrant ship when she sailed from
Southampton?) infatti rispose
senza esitazioni: "Undoubtedly",
senza dubbio. Mettere a verbale quello che aveva raccomandato avrebbe
senz'altro avuto una vasta eco: sott'accusa ci sarebbe finito non solo la
White Star Line ma anche il Board of Trade. A Clarke probabilmente fu
detto di stare tranquillo.
Ed è questa prova più evidente che la compagnia marittima aveva un'influenza
sufficiente da imbavagliare un dipendente del governo (o i membri del
Governo di Sua Maestà) per dare il via libera alla sua nave!
Leggendo queste carte, sotto la voce "scialuppe" il Capitano Clarke segnò:
"Vi suggerisco il 50 per cento in più" e vergò come non fu possibile
raddoppiare il numero di imbarcazioni di salvataggio da 20 a 40 a causa dei
costi "extra". |
Egli aveva annotato
dunque, come vediamo sopra, che un aumento del 50 per cento avrebbe voluto
dire portare a 30 il numero di scialuppe di salvataggio che così avrebbero
potuto accogliere un totale di 1767 persone in caso di emergenza.
Scribacchiò anche: "Questo permette a tutte le persone di essere trasferite
ad un'altra nave e fare ritorno", …"un numero sufficiente di barche potrebbe
placare l'eventuale panico."
Già in tempi non sospetti, Alexandre Carlisle progettò per il TITANIC
la disposizione di 64 scialuppe, ridotte a 48, poi infine alle 16 barche più
i 4 canotti Engelhart, che
vennero poi installati a bordo.
Incredibilmente, le note di Clarke rivelano che il TITANIC era dotato
di 6 salvagente "anulari", il che equivale
ad uno ogni 370 persone, disseminati nei vari ponti, pronti ad essere gettati
in mare in caso qualcuno ne avesse avuto bisogno.
Io penso, confortato dal parere di esperti, che anche qualora vi fossero
stati in giro per il TITANIC 2223 salvagente, o poco o a nulla sarebbero
serviti. Infatti il salvagente anulare richiede sempre lo stato di coscienza
del naufrago mentre un giubbotto salvagente è progettato per tenere a galla
sufficientemente anche una persona svenuta.
Altro fatto: fino ad oggi si sapeva con
certezza che l'uomo del Board of Trade aveva segnalato, stante all'inchiesta
britannica, come l'equipaggio fosse "incompetente". Aveva infatti constatato
in specifiche prove che per calare in acqua una scialuppa occorrevano ben 12
minuti! E nonostante ciò aveva preferito non denunciare il ritardo evidente
per non infastidire la compagnia Ma, aggiunse poi, significativamente: "Potrei essere licenziato, come mi hanno suggerito privatamente, se avessi
riferito le mie opinioni per quanto riguarda l'efficienza."
Questi fatti, di cui avevamo avuto riscontro, sfociarono nel disastro avvenuto cinque giorni dopo, quando il TITANIC affondò. Se
le raccomandazioni di Clarke fossero state accolte, avrebbero significato
potenzialmente il salvataggio di altre 500 persone sulle 1500 che perirono nella
tragedia.
Col senno di poi, questa eccezionale scoperta mi porta a formulare una chiara accusa di omicidio
colposo nei confronti della società White Star Line nel disastro avvenuto.
Ma oltre che individuare colpevoli mancanze, i documenti da me scoperti e
segnalati sono elementi importanti per la riscrittura della storia del
TITANIC. Dimostrano una volta di più, qualora ce ne fosse bisogno che,
anche dopo cento anni dall'affondamento, lungi dal dare tutto per scontato,
occorre perseverare nella ricerca della verità.
Lo meritano tutti quei morti che io non mi stancherò mai di ricordare: il TITANIC lasciò Southampton,
diretto a New York, con il minimo legale di 16 scialuppe di salvataggio più
i 4 canotti supplementari, capaci di portare in salvo 1178 persone; solo
705 tra passeggeri ed equipaggio trovò posto sulle scialuppe. 1518
persone morirono dopo che il TITANIC affondò il 15 aprile 1912.
Un ultima considerazione: ancora una volta è l'ingordigia e la voglia di
speculazione dell'essere umano ad essere protagonista. Queste carte, che per
così tanto tempo, sono rimaste sotto la polvere di uno studio notarile, sono state messe in mostra
soltanto per farne oggetto d'asta! |