La rivincita del TITANIC



Sfidando la superstizione, ed in alcuni casi anche il ridicolo, certe volte la realtà sembra volersi vendicare delle tragedie della storia.
Della storia di costruire un secondo TITANIC se ne parla ormai da una quindicina di anni ma adesso, almeno così assicurano, il miliardario australiano Clive Palmer (nella fotografia qui sotto) sarebbe ad un passo dal varo e dal viaggio inaugurale di una nave che oltre al nome dovrebbe "!clonare" tutti gli interni e tutte le caratteristiche dell'omonimo scafo che naufragò nell'Oceano Atlantico.


 


 

A dirla tutta il progetto di Palmer era nato proprio nel 2013, un anno dopo il centenario dell'affondamento del celebre transatlantico.
Ad oltre cento anni di distanza il suo mito non si è affatto sopito se, vero come è vero, i discendenti di chi perse la vita nel viaggio inaugurale vorrebbero diffidare l'eccentrico riccone australiano dal lucrare sul ricordo e sull'immagine del primo TITANIC.
Ed a proposito della superstizione poi, va detto che il viaggio inaugurale non ricalcherà affatto la medesima rotta che portò il TITANIC "vero" a sbattere contro l'iceberg: molto più vicino alla moda del turismo d’élite di oggi il nuovo transatlantico dovrebbe salpare dal porto cinese di Jiangsu per giungere a quello di Dubai.
Sia come sia, tra il dire ed il fare, anzi il salpare, c'è di mezzo ben più del mare, ma un vero e proprio oceano fatto di fondi mancanti, fallimenti annunciati, indagini per riciclaggio di denaro e date spostate in continuazione. L'ultima sarebbe l'aprile 2018.
Se è per questo, anche la rotta è stata "spostata", perché in un primo momento il TITANIC II doveva seguire quella del TITANIC originale, da Southampton a New York.
Difficile dire come andrà a finire. Per ora si conoscono alcune vaghe informazioni sulla nave in questione: intanto il costo che potrebbe superare i 500 milioni di dollari, poi la stazza lorda 56 mila tonnellate, infine la lunghezza e la larghezza, l'altezza dovrebbe superare i 52 metri.


 


 

Un mostro marino in pratica che sta dando molto lavoro ai cantieri cinesi di Jinling, sopra in immagine. E questa è un'altra cosa che sta creando non poche polemiche visto che i cinesi non sono propriamente considerati dei maestri d'ascia del settore.
La propulsione del "mostro" sarà garantita da motori diesel che garantiranno una velocità di 24 nodi, cioè poco meno di 50 chilometri l'ora.
Il transatlantico dovrebbe avrebbe dieci ponti, un equipaggio di 900 persone ed ospitare un massimo di circa 2400 passeggeri. Non è ancora dato sapere il prezzo del biglietto, ma certo non sarà un low cost...
Per la cronaca il progetto di Palmer non è il primo che si ripropone di rinverdire la leggenda del TITANIC: già nell'ormai lontano giugno del 2000 un altro magnate, il sudafricano Sarel Gous (sottoraffigurato), si propose per la costruzione del TITANIC II.


 


 

Gous dichiarò persino di essere entrato in possesso dei disegni originali (sic!) della famosa nave naufragata. Del TITANIC di Gous poi non se ne fece nulla per motivi di sicurezza. I regolamenti odierni sulla navigazione stabiliscono l'impossibilità di avere scialuppe di salvataggio montate così in alto come lo erano sul TITANIC. Inoltre le normative antincendio proibiscono l'uso in larga scala di legno negli interni. E quindi tutti i lussuosi interni che avrebbero giustificato prezzi di crociera stratosferici non potevano essere realizzati.
Il progetto andò così a finire nel nulla e c'è chi maligna che questi continui ritardi con cui viene annunciato il viaggio inaugurale del TITANIC II di Palmer siano legati a tematiche analoghe: prima del business della "nostalgia storica" vengono le norme di sicurezza. Ed oggi non si trovano facilmente capitani di nave che chiudano un occhio, o due, prima di salpare…


 
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