Gli otto membri dell'orchestra della nave furono ingaggiati da C. W. e F. N.
Black, 14 Castle Street, Liverpool. Gli uomini furono imbarcati come passeggeri
di seconda classe con il biglietto comune #250654, avevano il punto di ritrovo
verso poppa sul ponte E ed un locale per i loro strumenti.
Wallace Henry Hartley, direttore dell'orchestra ed ottimo violinista,
era molto orgoglioso dei suoi ragazzi. Li selezionò
personalmente tra i grandi alberghi ed i bar di Londra. Tutti con un
forte background classico, ma capaci di interpretare al meglio le
nuove melodie ragtime che invasero la Gran Bretagna di quei tempi.
Fu un dato il fatto che ci furono due mini-orchestre sul TITANIC, una costituita
da un trio, che suonò all'ingresso del Ristorante A' la Carte, e fu composto
da: Georges Alexander Krins, violinista, Roger Marie Bricoux, violoncellista, e da un altro
d'identità sconosciuta, forse Theodore Ronald Brailey, pianista.
Citando il pianista Brailey mi sovviene un particolare: egli era
stato pianista a bordo della Carpathia, poi decise di passare
al TITANIC. Quando la ex nave arrivò sul luogo del disastro
per raccogliere i superstiti, lui non la vide. Galleggiava fra gli
oltre mille annegati.
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L'altra orchestra
fu diretta da Wallace
Henry Hartley e la componevano il primo violinista John Law Hume, i violoncellisti Percy
Cornelius Taylor e John Wesley Woodward con John Frederich Preston Clarke al contrabbasso.
Durante il viaggio, loro compito fu di intrattenere i passeggeri con un
vivace repertorio di ragtime e suonate popolari, in diversi locali: talvolta
suonarono nella hall di prima classe, talvolta nelle vicinanze all'ingresso
della prima classe sul ponte imbarcazioni.
Tante, invece, le testimonianze sulla piccola orchestra di otto musicisti
che suonò fino all'ultimo.
E' certo che essi ricevettero una precisa richiesta da parte del comando: la
musica avrebbe dato la sensazione che tutto fosse sotto controllo. Ma fu altrettanto
evidente che quegli otto musicisti andarono ben oltre.
Quando tutte le scialuppe disponibili erano già in mare, loro continuarono
a suonare. Almeno fino alle 1:40 circa, secondo la testimonianza del Colonnello Archibald Gracie, uno dei superstiti. La nave scomparve dalla superficie
del mare 40 minuti più tardi.
Ma "cosa" suonarono? Le testimonianze non furono unanimi, a riguardo. Vi
fu
quasi la certezza che, durante le ore drammatiche che precedettero
l'affondamento, il gruppo suonò del ragtime. Il Maggiore Arthur Godfrey Peuchen,
la signora Lily May Futrelle ed il signor George Brereton, che furono fra i 705 superstiti,
riconobbero il motivo Alexander's Ragtime Band. Altre fonti citarono Great
Big Beautiful Doll.
La signorina Edwina Celia Troutt ricordò che l'orchestra suonò pure un valzer,
ma non fu mai possibile individuarne il titolo. La signorina Katherine Gold,
cameriera del TITANIC, testimoniò: "Quando ci allontanammo sulla
barca di salvataggio, vidi tanti uomini seduti sul ponte A; fumavano e tenevano
il ritmo con le mani, seguendo la musica dell'orchestra. Suonarono un ragtime".
Con il passare delle ore la tragicità della situazione parve evidente a
tutti. Le persone che restarono a bordo senza dubbio percepirono l'evidenza
dei fatti: le possibilità di salvarsi furono praticamente nulle. L'orchestra,
come ho detto, non smise di suonare ma intonò inni religiosi. Quali? Non
vi furono anche in questo caso informazioni certe: "Autumn" forse come alcuni sopravvissuti ricordano?
Tuttavia, col tempo, l'analisi delle testimonianze sembrò accreditare l'ipotesi
che l'ultimo brano suonato dall'orchestra fu "Nearer, My God, To Thee" (Più
vicino a te, mio Dio), brano che stiamo ascoltando in sottofondo.
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Quella notte del 15 aprile
1912, vi furono molti atti di coraggio. Ma ineguagliabile fu il
comportamento dei musicisti che continuarono a suonare minuto dopo
minuto...
Una settimana più tardi la nave Mackay Bennett, inviata nella zona
del naufragio per recuperare i corpi, trovò, galleggianti sulle gelide acque,
quelli di Wallace Henry Hartley e di John Law Hume,
il violinista.
Dopo la tragedia si scoprì che questi eroi erano stati ingaggiati dalla White Star Line
per suonare in cambio di vitto, alloggio ed una manciata di sterline; le
loro famiglie dovettero intraprendere un'azione legale per riuscire ad
ottenere il dovuto risarcimento!
Tutti sanno dell'orchestrina
di bordo che continuò a suonare sino all'ultimo, meno noto è il fatto che
tutti e 36 i macchinisti ed elettricisti rimasero intrappolati in sala macchine
prodigandosi per tenere fino all'ultimo minuto sia le pompe che le luci
in funzione. Nessuno di loro sopravvisse.
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