Per fare un piacere a mia figlia Paola, preziosa collaboratrice, ho inteso
scrivere queste brevi note su come, assai sinteticamente, vestirono a bordo
del TITANIC. Detto che a bordo c'erano due personaggi della moda
molto in vista in quel tempo, la disegnatrice (o stilista come si direbbe
oggigiorno) Lucile Duff Gordon e la giornalista di moda Edith Louise
Rosenbaum, sull'argomento vi è ben poco da dire. |
L'abbigliamento era tutto dipeso dalla netta divisione in classi sociali esistente nel 1912.
La sala ristorante e la reception della prima classe furono in stile Giacomo
I, il Ristorante A' la Carte in stile Luigi XVI, il grande salone in stile
Luigi XV, la sala di lettura e scrittura in tardo stile georgiano e la sala
da fumo in primo stile georgiano. I gentiluomini, ed in particolare le dame
che viaggiarono in prima classe, cercarono di non essere da meno a quegli
ambienti con i loro abiti alla moda. Nella Veranda Palm Court Café, ad esempio,
era previsto l'abito di gala.
L'abbigliamento elegante delle
donne stimolò la cavalleria degli uomini. Tale cavalleria sarebbe stata
messa dolorosamente alla prova nelle ore dell'affondamento della nave. Di
sera, i passeggeri di prima classe sicuramente diedero sfoggio della loro
opulenza esibendo i loro migliori abiti per la cena: gli uomini indossarono
perlopiù smoking con cravattino bianco e cilindro, scarpe accuratamente
tirate a lucido; le donne avrebbero approfittato delle cene formali per
ostentare i loro abiti più eleganti: nella fotografia in alto i coniugi Astor.
L'abbigliamento femminile di quell'anno rispecchiava la tipica linea
dell'epoca ossia dal petto spinto artificiosamente in avanti, grazie ad un
nuovo modello di busto che spingeva in fuori il seno, appiattiva la pancia
ed irrigidiva la schiena, il girovita era minuscolo ed il bacino in fuori.
Una linea sinuosa e slanciata che costringeva le donne a tenere la testa in
posizione eretta. Le maniche erano a sbuffo ed orlate con merletti ai
polsini. Molto comuni furono anche le trine. Corpetti ben aderenti alla
schiena e ricchi sul petto, gonne che si allargavano sul fondo, cinture che
servivano per accentuare l'effetto delle curve: abiti che rappresentavano un
chiaro omaggio alla femminilità della donna. I tessuti leggeri e morbidi
avevano soppiantato le pesanti sete. Il tutto con accostamento di colori
vivaci e brillanti.
Di sera gli abiti, con profonde scollature, erano rigorosamente neri ed
impreziositi da paillettes, lustrini e jais.
Anche la biancheria intima divenne più curata. Abbandonato il classico
colore bianca predominavano i colori azzurro e cipria. Le sottogonne ed i
copribusti erano realizzati in voile di cotone oppure di seta.
L'acconciatura dei capelli è decisamente più vaporosa ed i rispettivi
cappelli erano abbelliti da fiori e piume. Le calzature più comuni erano gli
stivaletti in vernice od in capretto. |
Una
passeggera di prima classe (Charlotte
Wardle Cardeza, nella fotografia) portò con sé settanta abiti
per un viaggio che sarebbe durato appena una settimana!
I passeggeri meno
abbienti della seconda classe avrebbero potuto scegliere tra diversi
completi, ma potevano solo sognare i guardaroba disponibili ai passeggeri di
prima.
Nella modesta terza classe, gli uomini indossavano dei semplici
pantaloni ed una camicia, mentre le donne indossavano gonne lunghe,
stivaletti e camicette a collo alto. |