Artista,
illustratore, giornalista, fumettista editoriale ed avventuriero viaggiò per
il mondo dal 1890 fino agli anni '30, sia per piacere personale sia per
riferire sugli eventi per i giornali Chicago Record e Chicago Tribune.
John Tinney McCutcheon, in immagine sopra, nacque il 6 maggio 1870, vicino a South Raub,
Tippecanoe Co., Indiana. USA. Dopo essersi laureato, nel 1889 alla Purdue
University, si trasferì a Chicago per lavorare al Chicago Morning News. Nel
1898, con lo scoppio della guerra ispano-americana, McCutcheon "coprì" il
conflitto per il giornale. McCutcheon fu anche inviato in Sudafrica per
raccontare la guerra boera. Nel 1903 iniziò poi a lavorare per il Chicago
Tribune. Durante la sua lunga permanenza al Tribune, dal 1903 al 1946, vinse
anche il premio Pulitzer per una delle sue vignette. E nel 1912
documentò, immagini sotto, da par suo la tragedia del TITANIC. |
La tragedia del
TITANIC occupò le prime pagine dei giornali per settimane
favorendo la creatività di illustratori ed anche di autori di vignette
satiriche. John McCutcheon emerse tra quelli che si appassionarono alla
tragedia del gigante dei mari. Le sue vignette appaiono ancora oggi
estremamente efficaci e sono esemplari per definire le due correnti di
contrasto che nacquero subito dopo il naufragio: una in cui predominava
l'amarezza per le vittime e per la nave, l'altra in cui furono messi in
risalto, con spirito macabro, gli errori del Capitano, dell'armatore o
il nome stesso TITANIC, contrapposto ai titani dell'oceano, gli
iceberg.
In una tavola il disegnatore ci mostra anche l'iceberg che cattura la
nave e la colpisce con un pugno. E' un esempio emblematico dello spirito di
estremo ottimismo, dove l'orgoglio dell'inaffondabilità ben esprimeva
l'orgoglio di tutta una società: la vignetta però metteva a nudo tutte le
nostre debolezze di fronte al vero titano cioè la natura.
John Tinney
McCutcheon, sposato a Evelyn Shaw (con tre figli), si ritirò dal Chicago
Tribune nel 1946 e morì il 10 giugno 1949. |