Il varo del
Carnarvon Castle,
il 14 gennaio 1926, segnò il completamento della straordinaria carriera di
un uomo che passò trentadue anni di costruzione navale a Queens Island.
Robert Falconer Keith, sopra raffigurato, capo reparto dei maestri d'ascia
dei cantieri navali di Harland & Wolff, entrò a far parte della compagnia
nel 1894. Durante la sua lunga carriera Keith supervisionò il lancio di
oltre duecentocinquantadue navi.
L'impressionante elenco di navi comprendeva, tra le altre, l'Oceanic,
l'Amerika,
l'Adriatic
ed ovviamente il
TITANIC.
Delle quattordici navi con quattro fumaioli, costruite tra gli
anni 1897 e 1922, quattro furono costruite a Belfast, e Keith le varò tutte.
Keith nacque a Longbenton, nel Northumberland, il 15 dicembre 1861. Suo
padre Robert e suo nonno Alexander, erano entrambi falegnami.
Verso la fine del 1850, il padre di Keith si trasferì da Aberdeen a
Northumberland in cerca di lavoro e trovò impiego in uno dei cantieri
navali. Sposò una ragazza del posto e alla fine la famiglia si stabilì a
Tynemouth.
Primogenito di sette figli, Keith svolse il suo apprendistato a
Newcastle-on-Tyne e fu nominato capocantiere prima che il suo tirocinio
fosse completato: entrò nella Naval Construction & Armament Co. Ltd. di
Barrow-in-Furness. Fu mentre lavorava con questa compagnia che Keith sposò
Margaret Jane Hodgson, dieci giorni dopo il suo 22esimo compleanno, il
giorno di Natale del 1883.
Nel marzo del 1894 si unì alla Harland & Wolff.
L'esperienza di Keith come abile carpentiere di navi in legno, lo rese la
scelta perfetta per assumere la posizione di caposquadra in un cantiere in
cui la produzione di tonnellaggio aumentava di anno in anno a livelli
record.
Le dimensioni sempre maggiori delle navi imponevano ulteriori richieste di
maestri d'ascia incaricati e capaci di costruire le nuove rampe di varo;
questa parte vitale del processo di costruzione navale richiedeva una grande
abilità, in quanto qualsiasi cedimento avrebbe comportato a sua volta un
collassamento strutturale dello scafo in costruzione.
Keith supervisionò e si occupò di tutte le disposizioni connesse con il varo
di una nave, preparando il "terreno" per i blocchi della chiglia, per la
posatura degli stessi alla giusta altezza ed inclinazione.
Che un uomo alla testa di una piccola squadra di maestri d'ascia debba aver
avuto la responsabilità di lanciare così tante navi importanti è anche
questo, penso, un record ineguagliato nella storia della costruzione navale.
Come era consuetudine della White Star Line, non fu eseguita alcuna
cerimonia di battesimo al varo delle loro navi a vapore. Nonostante la
mancanza di una cerimonia pubblica, i preparativi per il varo del TITANIC
furono molto complessi. Per trasferire lo scafo dall'incastellatura di
costruzione su cui è stato costruito alla rampa del varo fu necessario
rimuovere le sponde, i blocchi di sentina e i
blocchi della chiglia.
Una volta che i maestri d'ascia avevano completato questo difficile compito,
una "culla" di legno avrebbe poi sostenuto il TITANIC. L'unica cosa
che gli impediva di scivolare in acqua erano i "dog shore", ossia dei legni
messi di traverso e tenuti in posizione da cunei. I blocchi della chiglia
erano stati rimossi prima, un'operazione eseguita con cura e massima
attenzione.
I maestri d'ascia dovevano lavorare per tutta la lunghezza della nave
segnando determinati gruppi di blocchi rispettivamente con vernice rossa,
bianca e blu, che stava ad indicare l'ordine in cui sarebbero stati
scomposti o rimossi. La scissione comportava l'inserimento di uno scalpello
nel blocco e la separazione del legno tramite delle mazze. I blocchi dipinti
di rosso, i più grossi, furono tolti ventiquattro ore prima del lancio del
TITANIC.
Alla mattina presto del 31 maggio 1911 i blocchi bianchi erano stati
separati e solo poche ore prima del lancio vennero tolti anche quelli blu.
Questi ultimi erano posizionati proprio sotto la poppa della nave e mentre
la marea saliva i maestri d'ascia dovevano procedere rapidamente in avanti,
verso la prua, davanti all'acqua che si alzava. Le vie di scivolamento erano
già rivestite con una miscela di ventitré tonnellate di sego, olio e sapone
che permettevano allo scafo del TITANIC
di
muoversi. In quel momento l'unica cosa che impediva allo scafo
di scivolare in acqua erano i "dog shore" e l'enorme "leva di lancio"
era tenuta in posizione sotto la pressione idraulica, controllata da una
valvola e da un manometro con attaccata un'altra grande leva di rilascio,
immagine sotto. |
Alle 12:05 furono sparati i due razzi di
segnale e gli armatori di Keith, che lavoravano nelle varie squadre,
rapidamente iniziarono a togliere I "dog shore", un terzo razzo cinque
minuti dopo indicò che il TITANIC era quasi pronto per il varo.
Qualche minuto dopo Keith abbassò la leva dare il via al lancio.
Immediatamente si aprì una seconda valvola che azionava i cilindri idraulici
collegati alle vie di scorrimento e alle 12:13 la nave iniziò a muoversi per
la prima volta.
Tra gli applausi della folla riunita di 100.000 spettatori lo scafo acquistò
velocità, stimata a 12 nodi, mentre entrava in acqua.
Le grandi capacità ed abilità di coloro che erano impegnati e di Keith, che
era personalmente responsabile di queste operazioni, furono premiate.
Successivamente due file di pesanti catene, ognuna del peso di ottanta
tonnellate, e sei enormi ancore attaccate allo scafo, fecero fermare il
TITANIC dopo aver "viaggiato" per quasi il doppio della sua lunghezza in
soli sessantadue secondi.
Quali erano i pensieri di Keith al momento del lancio non lo sapremo mai, ma
quello che possiamo ipotizzare è che non appena TITANIC fu
a galla, il pesante e difficile lavoro di sgombero dello scalo e
tutto il legname trascinato nel Canale Victoria ebbe inizio.
Il varo fu impeccabile.
Fino ad ora la storia di Keith non è mai stata raccontata, però il suo nome
merita un posto nella storia della costruzione navale e nella storia di una
"particolare" nave.
A 79 anni Robert Falconer Keith lasciò la vita terrena: era il 6 gennaio
1940. Due giorni dopo familiari, amici ed ex colleghi del cantiere navale
parteciparono al suo servizio funebre, fu interrato al Dundonald Cemetery
nella Upper Newtownards Road di Belfast. |