Un protagonista per eccellenza sul TITANIC, a mio
personale avviso, fu senz'altro il Direttore di macchina Joseph Bell.
Nato il 12 marzo del 1861 a Maryport, nella regione di Cumberland, figlio
di modesti agricoltori, Joseph Bell svolse il suo apprendistato presso
la Stephenson Works a Newcastle. Fu per mare per un certo tempo
ed in virtù delle sue capacità, perseveranza e
rispettabilità venne nominato dalla White Star Line (che lo ebbe sul suo
libro paga dal 1885) per quello che fu il più ambito posto di lavoro del tempo: capo della sala macchine del TITANIC.
Quando avvenne il disastro, Joseph Bell era al suo posto nella sala caldaie
ed invitò i colleghi nella sala macchine 2 e 3 a mantenere in
funzione le caldaie per permettere alle pompe di erogare le luci alla nave.
Egli sicuramente seppe circa i gravi danni al TITANIC e seppe
altresì che non vi era alcuna possibilità di salvezza per la nave e per i
suoi uomini: egli rimase lì.
I fuochisti vennero segregati dal resto dell'equipaggio, probabilmente
perché svolsero un lavoro sporco; i loro alloggi si trovavano in fondo alla
prua, dove vi erano due scale a chiocciola che portavano al livello più
basso dello scafo ed al locale caldaie. E quando il proprio turno finiva, si
risaliva su di sopra, nel piccolo universo relegato sotto i ponti ed in fondo
alla prua della nave, per consumare un frugale pasto, dormire e poi ricominciare.
Loro furono eroi invisibili, uomini che tennero in moto le macchine che
continuarono ad alimentare i generatori della corrente e che fornirono
l'energia per il radiotelegrafo.
Provate ad immaginare cosa sarebbe accaduto se i componenti della sala
macchine avessero agito diversamente, se i macchinisti non fossero stati
nella loro postazione e le luci sul TITANIC, si fossero spente,
diciamo, un'ora prima: sarebbe stato il caos più assoluto. L'acqua avrebbe sopraffatto le caldaie
ed i motori molto velocemente, provocando esplosioni che avrebbero senz'altro
affondato la nave molto prima. Il TITANIC non avrebbe avuto la
possibilità di effettuare nessuna chiamata di soccorso, la nave sarebbe
stata avvolta nelle tenebre della notte, il panico totale sarebbe scoppiato
tra i passeggeri.
E' lecito supporre che fu proprio nei minuti finali, quando il TITANIC si spezzò
in due tronconi, che Joseph ed i suoi compagni morirono con grande spirito di
abnegazione: il loro sacrificio permise l'opportunità di salvare
indubbiamente parecchie vite umane.
Joseph Bell morì lasciando la moglie e 4 figli (2 ragazze e 2
ragazzi: uno dei ragazzi, aveva appena iniziato l'apprendistato alla Harland
& Wolff ed aveva accompagnato il padre a bordo del TITANIC,
quando la nave lasciò Belfast per approdare a Southampton, luogo della
partenza ufficiale).
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La lapide dedicata a
Joseph Bell, che vediamo sopra in immagine, si trova presso la St. Faith's Church di Waterloo, vicino a
Liverpool.
Sulla sua tomba, fotografia sotto, l'epitaffio (sbiadito dalle
intemperie) recita pressappoco queste parole: "...non ha amore più grande
di questo uomo, che egli sacrificò la sua vita per i suoi amici..". |