Gli iceberg del
TITANIC |
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Nella notte del 14 aprile 1912 il TITANIC entrò in collisione con un
iceberg e due ore e quaranta minuti più tardi la nave affondò, con il suo
carico di 1518 passeggeri, nelle gelide acque dell'Atlantico.
La nave entrò a far parte della storia e della cultura popolare, ma la
storia della montagna di ghiaccio che ha causato il disastro è meno
comprensibile, o meglio, ne abbiamo solo vaghe descrizioni, tuttavia
esistono diverse fotografie del presunto iceberg. Lo scopo di questa
paginetta è appunto di fare un po' il quadro generale della situazione.
Gli iceberg, del Nord Atlantico, provengono principalmente dalle coste
occidentali della Groenlandia. E' da qui che si hanno i maggiori flussi di
ghiaccio nei sistemi che conducono al mare Baffin. Ancora oggi, questa
regione è l'origine più importante degli iceberg sull'emisfero
settentrionale: migliaia di masse di ghiaccio l'anno si staccano dai
ghiacciai e se sono abbastanza grandi, forse nel giro di uno o tre anni al
più tardi raggiungono il Nord Atlantico.
Ironia della sorte era nel 1909, ossia tre anni prima del disastro, mentre
la costruzione del TITANIC iniziava e procedeva con sorprendente
velocità nei cantieri Harland & Wolff Ltd, a Belfast, che anche un'enorme
massa di ghiaccio si staccava dallo Jakobshwan Glacier, appunto situato sulle
coste ovest della Groenlandia. Come vediamo nello schema seguente, il blocco
di ghiaccio dapprima risalì verso nord oltre il Circolo Polare Artico, poi
seguendo le correnti fredde (segnate in blu), raggiunse la Baia di Baffin e
successivamente man mano scese e, sospinto anche dalle correnti del
Labrador, raggiunse quote più a sud, fino al lambire la regione canadese del Newfoundland. |
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Probabilmente, come
detto in altre pagine del sito, il 1912 fu un inverno particolarmente mite e
quindi il "nostro" iceberg venne sospinto a quote più meridionali. Si dice
che solo uno su cento, di tutti gli iceberg che si staccano, riescono
raggiungere simili latitudini: in quell'anno appunto, stando alle favorevoli
condizioni climatiche, furono avvistati un numero notevole di iceberg,
risultato certamente anche di inverni precedenti. Sicuramente, una volta
raggiunte latitudini molto più meridionali gli iceberg si sciolgono nelle
acque calde, contrassegnate in rosso, della Corrente del Golfo.
Dopo quattro giorni di navigazione il TITANIC incontrò il suo iceberg.
Nei giorni seguenti alla tragedia, i passeggeri delle navi in transito
presso il sito del disastro rilevarono e fotografarono vari iceberg, ed
alcuni testimoni oculari affermarono poi di aver non avvistato vernice rossa
su alcuni di essi, tuttavia non vi è alcuna prova conclusiva che fosse stato
avvistato l'iceberg colpevole, e non ci sarà mai: almeno tre o quattro
settimane più tardi l'iceberg, che affondò il TITANIC, potrebbe
essersi sciolto e scomparire per del tutto nell'Oceano Atlantico. Quindi sta
allo studioso ponderare e verificare la verità più vicina alla realtà dei
fatti. |
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Il
momento della collisione e relativo iceberg, secondo la versione fornita
dalla vedetta Frederick Fleet. |
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Questo disegno, presentato nel corso
dell'inchiesta britannica sull'affondamento, è opera del marinaio Joseph
George Scarrott.
Scarrott fu tra i pochi che videro l'iceberg, allorché sentì vibrare la nave
si precipitò sul ponte e vide... |
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Dalla Carpathia
venne scattata questa fotografia, con l’iceberg che si nota ormai in
lontananza. |
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Fotografato
la mattina del 15 aprile, da bordo della nave Prinz Adalbert, uno dei
diversi iceberg sospettati di aver affondato il TITANIC.
Si noti che
i testimoni oculari, che videro questa massa di ghiaccio, erano ancora
ignari del disastro della notte precedente e
riferirono di una striscia
rossa ancora visibile. La dimensione dell'iceberg, dato peraltro abbastanza
contraddittorio,
fu di almeno 30 metri di altezza per una larghezza di 100
metri. |
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Un
altro iceberg fotografato il 20 aprile, dal piroscafo tedesco Bremen:
si affermò che fu l'iceberg del TITANIC. La tesi si era basata sulla
vicinanza rispetto
alla posizione del disastro e sulla descrizione
dell'iceberg secondo i rapporti di testimoni oculari dei sopravvissuti del
TITANIC. |
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Questa fotografia di
un iceberg fu ripresa dalla nave Minia, una delle navi utilizzate per
raggiungere la zona alla ricerca di detriti e corpi.
L'equipaggio trovò
detriti e corpi galleggianti nelle vicinanze dell'iceberg sopra in immagine
ed il Capitano assicurò che questo fu l'unico iceberg vicino la scena della
collisione. |
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Quest'altra fotografia fu
scattata da bordo della nave Birma. Questo iceberg ha alcune notevoli
somiglianze con l'iceberg,
come fu descritto e disegnato dai sopravvissuti
del TITANIC
e forse è lo stesso iceberg disegnato dal pittore
Campbell, passeggero della Carpathia. |
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