Questa è un'altra storia legata al TITANIC.
George Rosenshine: il suo nominativo non era presente sulla lista dei
passeggeri del TITANIC. Nel corso della spedizione avvenuta nel 1993,
nel campo di detriti dove giace il TITANIC, venne recuperata una
borsa di cuoio. La borsa (che, grazie alla sua concia, si è preservata
respingendo i microrganismi che si nutrono di materia organica sul fondo
dell'Oceano) era pressappoco come quella riprodotta nell'immagine di sinistra
(quella della fotografia venne recuperata nel corso della missione del
1997).
L'esamina del contenuto, quasi incredibilmente intatto, rivelò la presenza,
oltre che di alcune copie di lettere dattiloscritte di documenti
aziendali (vedi fotografia di destra), anche lettere personali scritte da
George Rosenshine ed inviate al fratello. Queste comunicazioni mettevano in
cattiva luce le poco pulite operazioni commerciali di George. Si poté verificare ed anche appurare i contenuti delle missive: dalle
lettere inviate ad un'agenzia di viaggi si constatò che George Rosenshine visitò Yokohama, in Giappone.
George Rosenshine, 46enne newyorkese, era nel Sol Levante con la
sua amante (o fidanzata: il loro rapporto non fu molto chiaro) ed essi
organizzarono di far ritorno negli Stati Uniti non prima però di aver assistito
ad una sfilata di moda parigina, a cui prese parte anche un'altra
passeggera del TITANIC, la giornalista Edith Rosenbaum.
I due Rosenshine salirono a bordo del TITANIC a Cherbourg, passeggeri
di prima classe.
George Rosenshine, commerciante all'ingrosso ed importatore di prodotti di
moda, pellicce e piume di struzzo, fu conosciuto e rispettato a bordo, però viaggiò
sotto il falso nome di George Thorne, con la sua compagna
Gertrude Maybelle.
Si presume che egli avesse escogitato questa falsa identità per coprire (non
solo una relazione sentimentale) ma anche un traffico, non proprio legale, proprio di piume di struzzo: ricordiamo che a bordo (vedi
"Manifesto del
carico")
ve ne erano
ben 12 casse!
Miss "Thorne" si salvò sul canotto di salvataggio D, ma George Rosenshine
non sopravvisse. Il suo corpo (numero 16) fu recuperato dal Mackay
Bennett. Poiché appunto egli stava viaggiando con un falso nominativo, quando
venne recuperato il suo cadavere ci fu qualche plausibile confusione. Nel
cappotto grigio scuro che indossava venne ritrovata una lettera indirizzata
alla "moglie", signora Thorne ma soprattutto si scoprì la sua vera identità:
George Rosenshine, 57/59 - 11 Street, New York.
Maybelle, dal canto suo, una volta a New York non parlò mai pubblicamente
del suo rapporto con il ricco importatore. |