Per Thomas Andrews, il TITANIC
fu un "work in progress": l'architetto navale passò gran parte
del viaggio sul TITANIC in cabina, studiando delle migliorie che,
presumibilmente, avrebbero dovuto essere applicate al Britannic, la
terza delle tre navi gemelle.
Mentre il TITANIC già si trovava in fondo al mare, il suo gemello,
il Britannic, stava assumendo le forme di una nave nei cantieri di
Belfast.
Un anno prima del varo del TITANIC, invece, prese il mare l'Olympic.
Le tre navi furono praticamente gemelle e tutte di proprietà della compagnia
di navigazione White Star Line. Alcune caratteristiche tecnologiche fecero
del TITANIC una nave più evoluta dell'Olympic, mentre il Britannic
era ancora in lavorazione. I lavori a quest'ultimo vennero fermati, subito dopo la tragedia
del TITANIC.
Si volle capire, valutando i fatti, eventuali possibili cambiamenti nel
progetto. Una scelta corretta, infatti. Tutto il sistema dei compartimenti
stagni a prua del TITANIC si era dimostrato molto al di sotto della
tanto sbandierata nomea di "inaffondabilità" che accompagnò l'entrata
in servizio della nave. Nell'arco di pochi minuti successivi alla collisione
con l'iceberg l'acqua aveva già occupato irrimediabilmente vaste zone della
sala macchine.
Tutto lo scafo del Britannic fu rafforzato. Ma venne anche cambiato
il sistema di gru per la messa in mare delle scialuppe di salvataggio, che
si era dimostrato alquanto macchinoso nell'affondamento del TITANIC.
Restò sostanzialmente immutato il numero delle scialuppe. Un cambiamento
avrebbe significato rivedere tutto il progetto. Qualcuno suggerì che dello
spazio si poteva recuperare eliminando il quarto fumaiolo, verso la poppa.
Si trattò, infatti, di un falso fumaiolo, non collegato alle macchine
ma solo alle cucine, che avrebbero potuto liberarsi dei fumi degli arrosti
anche con qualche tubo di ben più modeste dimensioni. Le ragioni del falso
fumaiolo furono essenzialmente promozionali; si pensò che quattro fumaioli conferissero
alla nave un'immagine di grande potenza.
L'Olympic restò in servizio fino al 1936, sulla rotta per New York.
Durante la sua quasi ventennale carriera ebbe una collisione con la motonave
inglese Hawke e conobbe un incontro ravvicinato con un sommergibile
tedesco durante la prima guerra mondiale. Senza conseguenze gravi in entrambi
i casi.
Ben diversa la sorte del Britannic (che dovette chiamarsi Gigantic ma, dopo la tragedia
del TITANIC, era parsa consigliabile una certa moderazione nei toni).
Scoppiò la prima guerra mondiale e la nave venne requisita dalla marina
militare per trasformarla in ospedale. Raggiunse il Mediterraneo e qui restò
operativa dal 1914 al 1916. Per l'esattezza fino a martedì 21 novembre 1916,
giorno in cui, trovandosi nel Mar Egeo, al largo dell'isola di Kea, fu squarciata
da una violenta esplosione che, secondo testimonianze non del tutto certe,
ebbe luogo in una zona non lontana dalla sala macchine. Pur rafforzato,
come si è detto, nelle sue strutture, il Britannic affondò in 55
minuti. Vi furono 30 morti mentre 1070 persone si salvarono, grazie al
fatto che la nave era scortata da altri mezzi navali.
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