In data 7 giugno 1994 furono assegnati alla RMS TITANIC Inc. i diritti di proprietà e di recupero sul relitto, da parte della Corte Distrettuale Americana per il Distretto Orientale di Virginia. La RMS TITANIC Inc., ed i suoi predecessori, avevano condotto
7 spedizioni al relitto tra il 1987 ed il 2004 e recuperato circa 5.500 oggetti. L'artefatto più grande,
salvato nel 1998, fu una sezione dello scafo del peso di 17 tonnellate. Nel 1987 durante 32 immersioni, una spedizione mista franco-americana, recuperò approssimativamente 1.800 artefatti, che furono portati in Francia per il loro restauro e la
loro conservazione. Nel 1993 un amministratore francese dell'Ufficio per gli Affari Marittimi del Ministero per l'Equipaggiamento, Trasporto e Turismo, assegnò al predecessore della RMS TITANIC Inc. il titolo per gli artefatti recuperati nel 1987. In una mozione del 12 febbraio 2004, la RMS TITANIC Inc. chiese che la Corte Distrettuale le assegnasse
"titolo per tutti gli artefatti (inclusi porzioni dello scafo) soggetti della presente azione, sulla base della normativa marittima sulle cose ritrovate"
oppure, in alternativa, un compenso per il loro recupero pari a 225 milioni di dollari. La RMS TITANIC Inc. escluse dalla mozione la richiesta di un compenso per gli artefatti del 1987, però richiese che la Corte Distrettuale dichiarasse che, basandosi sull'azione amministrativa francese
"gli artefatti recuperati durante la spedizione del 1987 fossero indipendentemente di proprietà della RMS TITANIC Inc". A seguito di un'udienza, la Corte Distrettuale rifiutò in data 2 luglio 2004 di riconoscere la decisione del 1993 dell'amministratore francese e rigettò la richiesta dell'RMS TITANIC Inc. dell'assegnamento di titolo per gli artefatti recuperati a partire dal 1993 e di applicare la norma marittima sul ritrovamento di cose perdute. La RMS TITANIC Inc. si appellò presso la Corte di Appello degli Stati Uniti. Nella sua decisione del 31 gennaio 2006, la corte riconobbe "espressamente che sia appropriato applicare la normativa sul salvataggio marittimo su relitti come quello del TITANIC" e
negò l'applicazione della normativa marittima sul ritrovamento di cose perdute. La
Corte Distrettuale, però, ammise anche che essa
non aveva alcuna giurisdizione sugli
"artefatti del 1987" e quindi annullò questa parte della decisione del 2 luglio 2004. In altre parole, secondo questa decisione, la RMS TITANIC Inc.
aveva titolo per gli artefatti assegnatigli nella decisione francese (precedentemente valutati 16,5 milioni di dollari) e continua ad essere salvatore in possesso del relitto del TITANIC. La Corte di Appello ha rinviato alla Corte Distrettuale
la determinazione del compenso di salvataggio (225 milioni di dollari richiesti dalla RMS TITANIC Inc.).
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