Nel primo giorno di
navigazione tutto era tranquillo sul TITANIC, tuttavia, ma già il
secondo giorno un piccolo ed insignificante dettaglio spicca nel suo
itinerario intorno a quell'atmosfera di perfezione: perché un fuochista
avrebbe disertato piuttosto che continuare il viaggio?
Il suo nome era John Coffey. John era un giovane di 24 anni, nato a
Queenstown, ma come la maggior parte dell'equipaggio era residente a
Southampton. Nel 1910 lo troviamo a bordo del Lusitania mentre l'anno
successivo passò al Teutonic.
Il suo era un lavoro massacrante, spalare il carbone nelle enormi caldaie
che alimentavano la nave: il tutto per uno misero salario mensile di 6
sterline.
Fino ad oggi nessun motivo che lo ha indotto ad per abbandonare così
avventatamente il transatlantico è noto. Due cose però si sanno con
certezza:
1) questo suo abbandono non è stato certo influenzato da una fobia per il
mare, perché solo pochi giorni dopo, Coffey (che si trovava ancora a
Queenstown quando arrivò la terribile notizia del naufragio) si doveva
imbarcare sul Mauretania, della compagnia Cunard Line, per
svolgere la stessa funzione (ruolo che però non poté assumere, in quanto al
suo arrivo a Liverpool, dovette scontare qualche giorno di galera,
sembrerebbe proprio a causa di quella diserzione!);
2) che questo fuochista irlandese disertò dal TITANIC nella rada di
Queenstown mimetizzandosi tra i sacchi della posta che vennero scaricati.
Coffey aveva forse visto a bordo del TITANIC qualcosa che non andava
fino al punto di portarlo all'abbandono dei suoi obblighi? E poiché egli era
un fuochista, ha in qualche modo potuto essere responsabile per il fuoco che
bruciava nel carbonile, che alimentava la caldaia numero 6? Oppure
semplicemente, come sostiene l'amico Massimo Polidoro, fu colto da un
improvviso presentimento di sventura e voleva scroccare un passaggio
gratuito per casa sua, in Irlanda? |