L'autore, un giornalista ed
ex cronista di nera per un giornale investigativo, sostiene che il Primo
Ministro della Gran Bretagna, che ebbe una gloriosa fama nella Seconda
Guerra Mondiale, precedentemente svolse un ruolo chiave circa la perdita
della celebrata nave nel suo viaggio inaugurale nel 1912.
Quando il TITANIC era stato
pianificato, progettato ed infine costruito, come neo-eletto ministro del
governo ed investito della carica di presidente del Board of Trade,
Churchill aveva la responsabilità finale verso tutti per la tutela marina.
Eppure, non riuscì (o non voleva?) nel posto che occupava, garantire che la
nave fosse costruita in modo corretto e che i suoi passeggeri potessero
avere ampie garanzie di sicurezza.
Dopo uno studio di oltre tre
anni e la lettura di oltre un secolo di documenti tenuti negli Archivi Nazionali della
Gran Bretagna e degli Stati Uniti, Strange accusa Churchill di essere al
primo posto fra coloro le cui azioni, o la mancanza di queste, hanno segnato
il destino del TITANIC. Un uomo che, sostiene l'autore, "metaforicamente
parlando, ha affondato il TITANIC".
Il verdetto finale espresso
dal giornalista è inequivocabile: egli individua espressamente in Churchill come colui che
ebbe la maggior parte di colpa. Scrive Strange: "Churchill fu
fatalmente distratto dalle sue funzioni da tutta una serie di combinazione di
fattori. Combinazioni evidentemente così degne di nota da fargli
dimenticare le più banali norme di sicurezza ed altre di vitale importanza. Credo che
egli porti il pesante fardello della responsabilità per la morte di oltre
1.500 uomini, donne e bambini, scomparsi inutilmente, nelle acque ghiacciate
dell'Atlantico."
E' cosa nota che quando il TITANIC colpì
l'iceberg ed affondò in
sole due ore e quaranta minuti, la sua dotazione di scialuppe di salvataggio
rispettava pienamente la legge in vigore e che su quelle barche di
salvataggio c'erano posti per solo per un terzo degli uomini, donne e
bambini presenti a bordo. I rimanenti perirono. Strange sottolinea: "Il
Board of Trade, gli ispettori della sicurezza di Churchill, che avrebbero
dovuto porre un'adeguata sorveglianza alla costruzione del TITANIC, avrebbero
anche dovuto far notare che le leggi che regolavano il numero di scialuppe
di salvataggio da installare a bordo della grande nave erano obsolete.
Churchill consapevolmente presiedeva un organismo di regolamentazione non
adatto allo scopo. E ciò nonostante fossero stati avvertiti, di volta in
volta, che le norme di salvataggio erano irrimediabilmente fuori tempo,
c'era una precisa volontà di non agire. La sua inerzia ha condannato molte
persone innocenti ad una morte orribile."
Strange rincara la dose: "La tragedia del TITANIC è
stato un colpo enorme per il giovane Churchill, impaziente politico, che
vedeva nel Board of Trade un trampolino di lancio per gli uffici più alti". Ed aggiunge: "Era evidente che il dipartimento della Marine
Division, incaricato della sicurezza marittima, era a corto di personale e
per giunta questo era mal istruito e mal gestito. Churchill stesso poi era
distratto dal suo lavoro, dalla sua forte ambizione politica, dalle sue preoccupazioni finanziarie, dalla lotta
interna in seno al suo collegio elettorale e, non ultimo, dai suoi sogni amorosi verso la futura moglie Clementine. Fin dall'inizio, era apparso chiaro che la Marine Division
e Churchill stesso sembravano volersene lavare le mani.
Poi la supervisione della
costruzione del TITANIC è stata passata in mano a Francis Carruthers, un
modesto ingegnere commerciale mal addestrato e sottopagato, che non era
stato capace di riuscire ad
individuare difetti nella costruzione della nave."
Come noto, invece i
ricercatori hanno identificato debolezze strutturali nelle lamiere e nei rivetti di
acciaio della nave come uno dei motivi per cui il TITANIC è affondato così
rapidamente.
Nel momento in cui il
TITANIC fu finalmente varato, Churchill ormai aveva raggiunto il suo
obiettivo: la promozione a Ministro degli Interni e, quindi, egli riuscì a
sottrarsi dalla gogna pubblica circa il ruolo avuto nel disastro del TITANIC.
Ma Strange aggiunge: "La
nave era stata proposta, progettata e la prima lastra della
chiglia era stata posata sotto la sua responsabilità. E' inconcepibile che il ministro
responsabile per la sicurezza in mare non fosse stato pienamente informato
circa la costruzione di quella che doveva essere la nave più grande e più
sicura al mondo e presentata come "inaffondabile"! Sicuramente egli era ben consapevole della mancanza di scialuppe di
salvataggio. Egli era stato avvertito più e più volte, ma non è riuscito, o
non voleva, prendere provvedimenti".
Esaminiamo anche i ruoli
degli altri personaggi di spicco che, come sostiene l'autore, avrebbe potuto
essere colpevoli della tragedia. |
Il banchiere John Pierpont
Morgan, l'uomo che aveva avviato una campagna al fine di accaparrarsi una
fetta del prosperoso e reddittizio mercato marittimo, era in vena di
compromessi. L'americano era furioso perché era stato ostacolato nel suo
piano di monopolizzare il commercio transatlantico. Le spie tedesche poi
avevano avvertito il governo britannico dei suoi piani, che vennero
immediatamente bloccati.
Il governo inglese quindi sostenne
la compagnia rivale della White Star Line, ossia la Cunard. Morgan rispose con il TITANIC con il preciso
scopo di tagliare le gambe alla Cunard e metterla fuori gioco dal mercato.
Se Strange non lesina belle
parole, anzi è graffiante, sul conto dell'uomo d'affari statunitense John Pierpont Morgan, che controllava la White Star Line, di cui il
TITANIC
rappresentava la punta di diamante, anche Lord William James Pirrie, il
presidente di Harland & Wolff, i costruttori del TITANIC, si ritrova sul
banco degli accusati. |
Joseph Bruce Ismay,
presidente della White Star Line, fu notoriamente accusato di essere il
"cattivo" per antonomasia del naufragio del TITANIC. Il capo della compagnia
di navigazione che, come risaputo, prese posto furtivamente in una scialuppa
di salvataggio in luogo di donne e bambini, è diventato poi uno dei più
infami vigliacchi della storia, e non solo del TITANIC.
Ismay soprattutto però aveva
agito come leccapiedi di Morgan ed era sicuramente ben consapevole dei difetti di
progettazione del TITANIC.
Dopo che la nave collise con la
montagna di ghiaccio, Ismay era apparso sul ponte per aiutare i passeggeri
ad entrare nelle scialuppe di salvataggio, ma Strange replica: "Era la scusa
perfetta per stare vicino alle imbarcazioni e per poi salvare se stesso."
Ismay, denigrato dalla
stampa sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito, negli anni successivi
alla tragedia tenne un profilo basso fino alla morte, avvenuta nel 1937,
all'età di 74 anni. |