L'uomo vestito da donna


 

Fu soltanto una leggenda.
Questa fu un'opinione generalmente tenuta per quanto riguarda la vecchia storia che, per salvare la propria vita, un uomo (non identificato) si era travestito da donna per assicurarsi un posto in una delle scialuppe di salvataggio del TITANIC.
Ma questa storia fu realmente una leggenda? No, non lo è.
Come nel caso di altre cosiddette "leggende" che circondano la tragedia del TITANIC, la leggenda dell'"uomo vestito da donna" fu basata su un avvenimento, infatti, come si potrà evincere dal testo, qui sotto, furono forse addirittura tre gli uomini che usarono questo stratagemma per salvare la propria vita quella tragica notte del 1912. Due, degli uomini in questione, ammisero liberamente che uno scialle fu lo strumento per consentire a ciascuno di loro di trovare un posto nella scialuppa di salvataggio.
Esaminiamo i fatti relativi ad ogni singolo avvenimento.


 


Daniel Buckley


 

Daniel Buckley (nella fotografia in alto) era un giovane passeggero irlandese della terza classe del TITANIC. Dopo lo scontro con l'iceberg, Daniel Buckley si recò fino al ponte delle imbarcazioni e si mise vicino a varie scialuppe di salvataggio, mentre avvenne lo sgombero della nave. Durante le fasi dell'affondamento una gran folla di uomini era presente vicino alla scialuppa di salvataggio numero 13 che stava per essere messa in mare, quando un certo numero di questi tentarono di salvarsi saltando dentro la barca. Daniel Buckley decise anch'egli di tentare le sue probabilità di salvezza lanciandosi nella barca con loro. Improvvisamente due ufficiali del TITANIC si avvicinarono alla scialuppa di salvataggio, che aveva a bordo numerosi passeggeri di terza classe di entrambi i sessi. I due ufficiali ordinarono agli uomini che erano già nella barca di scendere per far posto alle signore. La maggior parte degli uomini aderì all'ordine degli ufficiali, ma altri si rifiutarono di lasciare la scialuppa e rimasero dove furono. Daniel Buckley decise di rimanere nella barca. In una lettera ai suoi genitori, scritta a bordo della Carpathia il 18 aprile, scrisse: "Mi sono nascosto nella parte più bassa della barca". La testimonianza successiva di Buckley, resa nel corso dell'inchiesta del Senato degli Stati Uniti, rivelò che cosa accadde dopo: "Gli ufficiali gridarono... ci fu una donna nella barca e mi gettò il suo scialle addosso e mi ha disse di rimanere dentro là. Credo che fosse stata la signora Madeleine Talmage Force Astor. Allora non mi videro e la scialuppa fu calata in acqua e ce ne andammo remando" (NB: la signora Madeleine Talmage Force Astor, per la cronaca, era a bordo della scialuppa numero 4!).
Edward Ryan era un altro giovane irlandese, che si imbarcò sul TITANIC, a Queenstown, nella speranza di cominciare una nuova vita in America. Edward Ryan fu uno dei pochi passeggeri di terza classe fortunati a sopravvivere nella tragedia del TITANIC ed il 6 maggio 1912 scrisse una lettera ai suoi genitori descrivendo come si fosse salvato dal naufragio: "L'ultima barca stava per essere calata in mare, quando non ci ho pensato un secondo a saltarvi dentro. Avevo indosso il mio soprabito ed avevo, intorno al collo, un tovagliolo, che ho messo in testa. Allora ho camminato, con aria indifferente, davanti agli ufficiali, che stavano avvertendo che avrebbero sparato agli uomini che avessero tentato di salire a bordo delle scialuppe. Non mi hanno notato. Hanno pensato che io fossi una donna. Ho chiamato vicino a me una ragazza che era in attesa di salire e sono salito sulla scialuppa con lei". La scialuppa, di cui parlò il giovane Edward, era la numero 14.
Il senatore William Alden Smith, incaricato di condurre l'inchiesta americana sull'affondamento del TITANIC stava sentendo il quinto ufficiale Harold Godfrey Lowe per quanto riguardava la partecipazione di quest'ultimo all'evacuazione della nave. Lowe, che era incaricato della scialuppa di salvataggio numero 14, dichiarò al senatore Smith che la scialuppa aveva a bordo 44 persone ed il senatore gli chiese se tutta quella gente fossero delle donne. L'ufficiale Lowe affermò che furono tutti donne e bambini, escluso un passeggero, un italiano (quindi non poteva trattarsi di Edward Ryan anche se la scialuppa fu la medesima!) e che si nascose vestito da donna. Il senatore Smith gli chiese una descrizione e Lowe aggiunse che il tizio aveva uno scialle sopra la sua testa. Lowe allora disse come scoprì l'uomo in questione soltanto all'ultimo momento; quando chiese aiuto a dei volontari per aiutarlo nelle manovre, Lowe disse che una persona venne presso lui ed aveva indosso uno scialle sopra la sua testa: fu allora che l'ufficiale, tirando sbadatamente questo scialle, si accorse che questi era un uomo.
I tre avvenimenti sono la prova inconfutabile che la leggenda dell'"uomo vestito da donna" era basata su fatti realmente accaduti.
Il ponte delle imbarcazioni del TITANIC, in quei momenti prossimi all'affondamento, quella notte fu chiaramente così male illuminato che uno scialle sul capo alterò abbastanza l'apparenza di uomo per disarmare il sospetto degli uomini dell'equipaggio, già preoccupati di riempire le scialuppe di salvataggio con donne e bambini.
Dulcis in fundo, un passeggero di seconda classe Clarence Alvon Thompson, si calò nella scialuppa anch'egli travestito da donna. Poi una volta entrato negli USA, si diede ad intascare le polizze di assicurazione delle vittime del TITANIC, spacciandosi per un parente delle medesime.


 
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