Il relitto



Mentre il gigante ferito sollevava la poppa per sprofondare nelle acque gelide dell'oceano assieme al Capitano Smith ed a 1517 persone, il presidente della White Star Line, Joseph Bruce Ismay, si allontanava vigliaccamente su di una scialuppa di salvataggio semivuota, diventando oggetto di violento, quanto meritato dileggio, da parte della stampa americana al suo arrivo a New York.
Il naufragio del TITANIC ebbe una forte influenza sulle misure di sicurezza della navigazione imposte in seguito dai governi.
Da quel giorno il controllo dei movimenti dei ghiacci fu continuo e sulle navi venne reso obbligatorio l'ascolto 24 ore su 24 delle comunicazioni. Inoltre fu finalmente imposto agli armatori di dotare le navi di una quantità di scialuppe e canotti di salvataggio adeguata al numero di persone trasportate.
Il relitto del TITANIC, fu localizzato dalla spedizione di Robert G. Ballard l'1 settembre 1985 ad una profondità di circa 4.000 metri, a 3810 metri per l'esattezza, in prossimità di un piccolo canyon, e si trova esattamente:
la prua a 41° 43' 57" N e 49° 56' 49" W;
la poppa a 41° 43' 35" N e 49° 56' 54" W;
le caldaie a 41° 43' 32" N e 49° 56' 49" W.
Questo significa che il TITANIC si trovava a 12,5 miglia SW della sua posizione di 41° 46' N 50° 14' W (queste le coordinate storiche della nave, a 325 miglia da Newfoundland, Canada) segnalata dal quarto ufficiale Boxhall.
Indubbiamente l'esistenza di una corrente sudorientale ed una sopravvalutazione della velocità della nave fu alla base della divergenza.
Ballard scoprì che la sezione di prua (circa 137 metri) del relitto era rimasta per la maggior parte intatta, nonostante l'urto con il fondo dell'Oceano (ricordo che parte della prua è sommersa per un ventina di metri dal limo e questo rende quasi invisibili le tracce lasciate dall'iceberg) e che la sezione di poppa (lunga circa 110 metri ed è sepolta almeno di una quindicina di metri), pressoché distrutta (i ponti erano crollati su se stessi), era a circa 600 metri di distanza ed era orientata nel senso inverso alla prua. Inoltre il fondale attorno al TITANIC era disseminato da migliaia di pezzi e di oggetti appartenenti alla nave. Clicca qui per vedere le immagini.
Pezzi innumerevoli di carbone, provenienti dai carbonili del TITANIC, risultavano sparsi nel raggio di oltre due chilometri.
L'anno seguente, una seconda visita, permise uno studio approfondito dei resti dello scafo: con le oltre 108 fotografie scattate, dall'altezza di una decina di metri, si è riusciti a comporre un mosaico del troncone di prua del grande transatlantico.


 


Clicca sull'immagine per ingrandire.

 
 

Le sostanze organiche, come i cibi ed i corpi dei passeggeri, vennero eliminate dalla fauna delle profondità marine, mentre i frammenti di ossa risparmiati si erano sicuramente dissolti nei decenni successivi ad opera degli elementi presenti nell'acqua salata.
Un'altra spedizione, forse più commerciale che scientifica, ha consentito di portare in superficie diverse centinaia di pezzi tra porcellane, attrezzature della nave ed effetti personali dei passeggeri, come capi di abbigliamento o lettere, rimasti miracolosamente intatti dopo più di 80 anni di permanenza in fondo all'oceano.
In una mostra allestita al Museo Marittimo Nazionale di Greenwich, che ha attirato un numero straordinario di visitatori, erano stati esposti tutti i reperti della nave. All'uscita della mostra furono messi in vendita anche decine di oggetti più o meno banali che si fregiarono della sagoma inconfondibile dello sfortunato transatlantico. Non tutti però hanno apprezzato l'idea di sfruttare a fini commerciali il naufragio del TITANIC.
Uscendo dalla mostra ci si ricorda dei dubbi avuti da Robert Ballard e che non mi stancherò di ripetere: "Il TITANIC era stato trovato e visitato con rispetto. Avevamo finalmente messo "a riposo" la famosa nave, o semplicemente aperto una nuova era di speculazioni sul suo destino e di tentativi di saccheggio della sua profondissima tomba?": perché lì sotto, a 4.000 metri, non c'è solo il relitto di un enorme transatlantico, ma anche il mito distrutto d'inaffondabilità di una nave; un mito collegato alla falsa idea di uno sviluppo tecnico illimitato che poté competere sempre ed ovunque con le forze della natura.
In un'altra delle spedizioni successive, vennero recuperati anche dei frammenti dello scafo, per poter fare un'analisi dell'acciaio e capire che tipo di danni poteva aver subito la nave dopo la collisione con l'iceberg.


 
Tutti i testi nel sito www.titanicdiclaudiobossi.com sono di proprietà intellettuale di claudio bossi. Non è permesso a terzi copiare, modificare, ripubblicare o comunque sfruttare i sopraccitati testi del sito senza preventiva autorizzazione scritta da parte di claudio bossi.
 

TITANIC di claudio bossi - TORNA ALLA HOME PAGE