Lady Lucile

Lucy Christiana Sunderland Duff Gordon
Lucy Christiana Sunderland Duff Gordon

Ed ora un capitolo per soddisfare le richieste di mia figlia Paola, grande appassionata di moda.
Lucy Sunderland fu, nei primi decenni del secolo scorso, una delle più affermate creatrici d'alta moda inglese: la sua "griffe" recò il suo soprannome, "Lucile". La sua casa di moda aprì, oltre a Londra, atelier a Parigi, New York e Chicago, e vestì personaggi dell'alta società, dive del teatro e stelle del cinema muto.
Lucy Christiana Sunderland, nacque a Londra il 13 giugno 1863, figlia di un ingegnere civile Douglas e di Elinor Saunders, visse la sua infanzia a Guelph, Canada. Nel 1884 sposò James S. Wallace, dal quale ebbe una bambina. La coppia divorziò sei anni dopo; sempre 1890, al fine di sostenere se stessa e suo figlia, Lucy iniziò a lavorare come sarta in casa.

 

Lo stabile della Maison Lucile.
Lo stabile della Maison Lucile.

Nel 1894 aprì la Maison Lucile in Old Burlington Street, nel cuore del West End di Londra, sviluppando una competenza unica nella creazioni di abiti per una clientela tra le più facoltose. I suoi disegni rappresentarono un nuovo stile, Lucy sviluppò tecniche che sono ancora ampiamente utilizzate nei look della moda di oggi. La sua reputazione e la diffusione dei suoi modelli raggiunse un pubblico sempre più ampio.

Sir Cosmo Duff Gordon
Sir Cosmo Duff Gordon

Nel 1900 Lucy sposò il possidente scozzese Sir Cosmo Duff Gordon (fotografia sopra) ed acquisì il titolo di Lady. Grazie ai denari del marito, Lady Lucile incominciò a distribuire i suoi modelli in tutto il mondo.






Tre anni più tardi inaugurò il suo primo negozio al 17 di Hanover Square, e registrò il suo marchio: "Lucile Ltd". L'anno seguente si trasferì nei locali di 23 Hanover Square; nell'immagine qui sopra vediamo una sfilata proprio nei giardini della nuova sede.
Lucile guadagnò notevole notorietà nel mondo femminile con l'introduzione di nuovi stili di lingerie, realizzate in tessuti raffinati, liberando le donne dai tradizionali e ristrettivi corsetti sino allora in uso. Ulteriori success
i seguirono quando Lucile ap una succursale prima a New York (1910) e poi Parigi (1911).  Lucy era diventata ormai una celebrità di fama internazionale.
Tra le sue clienti più celebri giova ricordare Irene Castle, celeberrima ballerina, le attrici di teatro Billie Burke, Lily Elsie e Gertie Millar, la danzatrice Gaby Deslys, ma soprattutto le grandi dive di Hollywood Sarah Bernhardt e Mary Pickford.
Lucile "vestì" anche molte produzioni teatrali, tra cui la prima londinese dell'operetta di Franz Lehár's La vedova allegra (1907) ed il Ziegfeld Follies, rivista di Broadway in voga negli anni tra il 1915 ed il 1921. La sua casa fu inoltre citata frequentemente da Gaumont e da Pathé, cinegiornali d'attualità in auge negli anni tra il 1910 ed 1920. Lucy si dedicò anche, in qualità di collaboratrice, a scrivere articoli per riviste e pubblicazioni di moda
del gruppo Hearst, come Harper's Bazaar e Good Housekeeping.
Il suo design cominciò a decadere in seguito alla ristrutturazione della propria azienda, avvenuta nel 1918 e 1919. Nel settembre 1922 cessò di "creare"; la ditta venne poi abbinata alla Reville, Ltd. 
Lucile in seguito scrisse la sua autobiografia nel 1932. Lucy Christiana Sunderland Duff Gordon morì, di un tumore al seno, in casa di cura a Londra il 21 aprile 1935, all'età di 71 anni.

Alcuni modelli della Masion Lucile.
(clicca per ingrandire)

 

Qualche ventina d'anni prima, nel 1912 Lucy Duff Gordon si guadagnò una fama di tipo diverso: il suo nome venne ricordato come una superstite del naufragio del TITANIC.
In quell'anno Lucile doveva recarsi in America presso la sua filiale di New York, aperta un paio d'anni prima. Accompagnata dalla fida segretaria, Laura Francatelli, e da suo marito Sir Cosmo, Lucile prenotò, come passeggera di prima classe, sotto il falso nome di Mr. e Mrs. Morgan, sperando di evitare una pubblicità del tutto gratuita. I tre si salvarono trovando posto sulla scialuppa numero 1.
Lady Lucile, in quell'occasione attirò l'ira dei suoi compagni di sventura a bordo della scialuppa di salvataggio. Prese a lamentarsi per il fatto che la sua camicia da notte si era rovinata... Di tutta risposta un membro dell'equipaggio le fece notare che altre persone persero tutto ed altre stavano lottando con la morte. Sir Cosmo, in uno slancio di solidarietà, in quel frangente fece promessa di ricompensare i sette componenti dell'equipaggio della scialuppa di cinque sterline ciascuno. Questa azione venne interpretata come un tentativo di corruzione affinché i sette marinai di quella scialuppa, non facessero ritorno al sito dell'affondamento, nel tentativo (più che legittimo) di recuperare a bordo dell'imbarcazione (ricordo che la scialuppa prevedeva ben quaranta posti a sedere e quella barca di occupanti ne aveva soltanto dodici!) altri naufraghi.
L'episodio è da considerarsi, ancora oggi, uno tra i numerosi fatti più controversi della vicenda TITANIC. C'è chi sostenne l'accaduto come sopra descritto, c'è chi invece lo vide come gesto di benevolenza, da parte di Sir Cosmo, nei confronti di quegli uomini di mare che avevano perso tutto ed anche la loro retribuzione. 
Il fatto fu poi alimentato anche dai giornali americani ed inglesi: la scialuppa, con a bordo i coniugi Duff Gordon, venne ribattezzata "Money Boat", letteralmente la barca del denaro.
Il 17 maggio Sir Cosmo venne ascoltato nel corso delle audizioni dell'inchiesta britannica, mentre Lucile venne convocata per il giorno 20: la sua testimonianza attirò il maggior numero di persone per assistere all'inchiesta. Lucile, vestita di nero e con un grande ed elegante cappello velato, dinanzi al giudice affermò di ricordare relativamente poco di ciò che accadde quella notte e tanto meno non poteva ricordarsi specifiche conversazioni. Risultato ne fu che i coniugi Duff Gordon furono sollevati da qualsiasi irregolarità, ma quell'incidente rimase una macchia indelebile nella vita dei due aristocratici.
Il giubbotto di salvataggio indossato dalla segretaria di Lucy, Laura Francatelli, quella notte è stato messo all'asta, nel maggio 2007, da Christie's ed ha fruttato 118.643 dollari, quasi 90 mila euro!
A margine una mia considerazione:
per spiegare le cifre da capogiro che i collezionisti pagherebbero per un oggetto del TITANIC si devono considerare i seguenti aspetti: l'affondamento del TITANIC destò e desta enorme sgomento visto che le caratteristiche tecniche la resero una nave quasi "inaffondabile"; il numero di vite umane spezzate poi, ne sancì il carattere di vera a propria tragedia; infine, tutto l'interesse attuale per il TITANIC può in parte essere attribuito al fatto che fu uno dei primi eventi mediatici mondiali.


 

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