Le hostess del TITANIC

 


Un gruppo di hostess superstiti del TITANIC.
(Si possono riconoscere: da sinistra la terza persona è Violet Constance Jessop, la quinta Louise Maude Slocombe, l'ottava Annie Robinson; la seconda destra Alice Maude Prichard, la quarta da destra in alto Katherine Gold e subito sotto Mary Keziah Roberts). 

 
 

Il TITANIC aveva a bordo 23 hostess che lavoravano al servizio dei passeggeri, soprattutto di quelli di prima classe. Esercitavano funzioni diverse, lavorarono generalmente in coppia ed il loro salario mensile era di 3 sterline e 10 scellini; ogni coppia occupava generalmente una cabina sul ponte dove effettuava il proprio servizio. Nella catastrofe, tre hostess persero la vita, le altre venti, imbarcandosi sulle scialuppe di salvataggio, furono recuperate in seguito dalla Carpathia. Vediamo chi furono le 17 inservienti di prima classe.
Mabel Bennett, 30 anni, sposata, aveva precedentemente servito sull'Olympic, fu recuperata a bordo della scialuppa numero 5. Si trovava a bordo della stessa scialuppa anche Harriet Elisabeth McLaren, 40 anni, sposata, che era appena stata assunta per la traversata sul TITANIC.
Emma Bliss, 45 anni, nata in Svizzera e sposata: in occasione del suo impegno, dichiarò di avere 40 anni. Bessie Lavington, 39 anni, nubile, era già sull'Olympic. Fu salvata a bordo della scialuppa numero 15.


 


Annie Robinson


 

Annie Robinson (nella foto in alto), 40 anni, sposata, nacque a Bedford. Annie Robinson divise la sua cabina sul ponte E con Emma Bliss e con Bessie Lavington. Sia Bessie che Annie si salvarono a bordo della scialuppa numero 11.
Sulla stessa scialuppa vi trovarono posto anche Annie Martin, 33 anni, e Katherine Gold, 43 anni. Entrambe sposate, le due donne, che precedentemente servirono sull'Olympic; sul TITANIC occuparono una cabina sul ponte B. Sulla stessa barca vi fu anche Alice Pritchard, nata a Londra 33 anni, nubile con una figlia: Alice divise la sua cabina con Katherine E. Smith sul ponte D. Katherine Smith, 42 anni, celibe, nata nel Gloucestershire, proveniva anch'ella dall'Olympic.
Sulla stessa scialuppa anche una delle veterane del gruppo: Sarah Agnes Stap, 46 anni, nubile, che occupava probabilmente una cabina sul ponte A. Prima di essere assunta a bordo del TITANIC dichiarò di avere 31 anni. Successivamente al naufragio, ella disse di dovere il suo salvataggio ad un giovane ragazzo presente accanto a lei. Raccontò, infatti, che un membro dell'equipaggio, incaricato di mettere in mare la scialuppa, le disse di indossare il giubbotto di salvataggio in quanto c'era posto per lei. Sarah, allora, si rivolse al ragazzo incoraggiandolo a prendere il suo posto, in quanto era più giovane e con tutta la vita davanti, ma la risposta del ragazzo fu semplicemente di sollevarla di peso e metterla nella barca.
Mary Gregson, 40 anni, nubile, nata a Liverpool, prestò servizio sull'Olympic; fu salvata a bordo della scialuppa numero 16.
Elizabeth Mary Leather, 51 anni, sposata, nata a Liverpool, fu come altre sue colleghe sull'Olympic; sul TITANIC divise una cabina con Violet Constance Jessop sul ponte C. Al momento della collisione, stava dormendo nel suo letto e non fu svegliata dall'impatto. Si svegliò soltanto dopo circa un'ora: scoprì in quel momento che i passeggeri, di cui doveva occuparsi, avevano già lasciato le loro cabine, e salì allora sul ponte B. Venne trovata a bordo della scialuppa numero 16, insieme ad Evelyn Marsden, 28 anni, nubile, nata in Australia, proveniente dall'Olympic prima di essere impegnata sul TITANIC. Divideva la sua cabina, situata sul ponte C, con Mary Sloan. Sfuggì al naufragio a bordo della scialuppa numero 16, come la sua collega Mary Keziah Roberts, 41 anni, sposata, di Liverpool.
Mary Sloan, 28 anni, nubile, nata a Belfast, come la sua collega Evelyn, servì in precedenza sull'Olympic. Dopo la collisione, incontrò Thomas Andrews che la riconobbe e le chiese perché era ancora a bordo. Rispose: "Tutte le mie amiche sono rimaste indietro. Sarebbe miserabile partire". Andrews le rispose: "Farete voi una fine miserabile se non partite. Dovete salire!". Mary finalmente accettò di salire a bordo della scialuppa e fu salvata.
Katherine Walsh, 32 anni, nubile, nata in Irlanda, fu una vittima del naufragio ed il suo corpo, se mai fu trovato, non fu mai identificato.

 
 

Violet Constance Jessop
Violet Constance Jessop

 
 

Violet Constance Jessop, nella fotografia qui sopra, è senz'altro la hostess più famosa di tutte le sue colleghe. Ella sopravvisse ai tre giganti della White Star Line: Olympic, TITANIC e Britannic. I suoi 40 anni passati in mare, la sua condotta esemplare e la sua devozione, ne fecero di lei una personalità notevole. Violet Constance Jessop, 24 anni, nacque il 2 ottobre 1887 a Buenos Aires e visse nella pampa argentina vicino a Bahia Blanca; abitò poi al 71 di Shirley Road, Bedford Park, Londra. Primogenita di emigrati irlandesi (suo padre faceva l'allevatore di pecore ed ebbe cinque giovani fratelli), nella sua infanzia contrò la tubercolosi; i medici gli diedero solamente alcuni mesi di vita ma riuscì a sconfiggere la malattia. Quando suo padre morì, la famiglia fece ritorno in Inghilterra e Violet frequentò la scuola in un convento. Quando anche la salute della madre si degradò, Violet abbandonò la scuola ed andò a lavorare: trovò occupazione come cameriera. Nel 1908, all'età di 21 anni, si impegnò con la Royal Mail Line, poi lavorò per la White Star Line. Violet, tuttavia, non voleva lavorare per la White Star Line perché non amava l'idea di viaggiare sulle rotte dell'Atlantico Nord a causa delle condizioni meteorologiche, ed anche perché aveva sentito delle storie a proposito di passeggeri fin troppo esigenti che frequentavano quella compagnia marittima.
Tuttavia, Violet diventò cameriera alla White Star Line, lavorando 17 ore per giorno per una paga mensile di 3 sterline e 10 scellini. Si trovava a bordo dell'Olympic quando questo entrò in collisione con l'incrociatore HMS Hawke, il 20 settembre 1911. Violet fu felice sull'Olympic e non desiderava raggiungere il TITANIC ma i suoi amici e colleghi la persuasero perché pensarono che sarebbe stata "una meravigliosa esperienza". Violet arrivò al molo di Southampton, dove fu attraccato il TITANIC, su di una carrozza, per prendere il servizio il 10 aprile 1912 alle ore 6 di mattina.
Due furono le hostess addette ai bagni turchi: Annie Caton, 50 anni, nubile, nata a Londra: il TITANIC era la sua prima nave e divise una cabina con Louise Maude Slocombe sul ponte E, trentenne sposata, che aveva già un'esperienza a bordo dell'Olympic. Entrambe percepirono un salario di 4 sterline e si salvarono rispettivamente a bordo del canotto B e della scialuppa numero 11.
Sulla scialuppa numero 11 trovarono una insperata salvezza anche Miss Elizabeth Lavington, 40 anni, già in servizio sull'Olympic, e Alice Maude Prichard, quattro anni in meno della collega.
Le due cameriere di seconda classe rimasero vittime del naufragio ed il loro corpo se mai fu ritrovato, non fu mai identificato: il ricordo quindi esige anche il nome di Lucy Violet Snape, 22 anni, sposata e già vedova la quale, per potere educare e crescere la sua piccola figliola (di appena di un anno), ottenne, grazie ai buoni uffici della polizia militare, un impegno a bordo del TITANIC: fu la sua prima ed ultima nave. La sua collega Katherine Jane Wallis, 35 anni, era anch'ella sposata e vedova con 4 bambini, 2 maschi e 2 femmine; entrambe furono assoldate per un salario mensile di 3 sterline.
Ricordiamo, in questa pagina, anche le due cassiere del Ristorante A' la Carte (pagate quindi dal direttore del ristorante Luigi Gatti, e quindi non facenti parte dell'equipaggio del TITANIC): Ruth Bowker, 27 anni, nubile, nata a Ware, che precedentemente servì sull'Olympic e la sua compagna di lavoro e di cabina Margaret Martin, 20 anni, nubile, nata a Londra; entrambe furono alloggiate in una cabina sul ponte E e furono tratte in salvo sulla scialuppa numero 16.
Oltre alle venti hostess assoldate dalla White Star Line, a bordo del TITANIC, come detto, vi furono le domestiche private dei passeggeri di prima classe: ad esse è dedicato il capitolo: "Le cameriere personali".


 
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