Eva Miriam Hart



Sono sopravissute grazie al forte presentimento di Esther: leggeva il giornale prima della partenza, dove si dichiarava che il TITANIC era inaffondabile, ed ebbe una premonizione mentre si accingeva salire sulla nave, la signora Hart era molto agitata e manifestò "…non voglio viaggiare, qualcosa di terribile accadrà".
"...Questa sua premonizione mi ha salvato la vita, perché mia madre rimaneva sveglia di notte e dormiva di giorno... sono passati 80 anni dal disastro, ricordo ancora mia madre che implorava mio padre di non partire... il nostro viaggio includeva una breve fermata a New York. I nostri biglietti erano siglati per fare il viaggio con la nave Philadelfia ma, in seguito ad uno sciopero, questa non partì e ci offrirono una cabina sul TITANIC, ...mia madre ripeteva "…dichiarare la nave inaffondabile è come volare davanti alla faccia di Dio..." per questo era convinta che il TITANIC non sarebbe mai arrivato a di New York... fu così che mia madre rimaneva sveglia di notte, convinta di quello che poteva succedere, sarebbe successo di notte... rimaneva vestita e quando il TITANIC si scontrò con l'iceberg lei svegliò subito mio padre... siamo stati tra i primi ad arrivare alle scialuppe di salvataggio... mio padre ci aiutò a salire su una di queste, dopo aiutò una signora e quel momento fu l'ultima volta che lo abbiamo visto. Due ore e mezza dopo la nave scomparve tra le onde, anche se molti bambini si addormentarono, io non ho potuto e ho visto tutta la spaventosa scena, mentre si sentivano urla di disperazione...".


 


Eva Miriam Hart

 

Così, nel 1993, parlava Eva Miriam Hart, nata il 31 gennaio 1905, sicuramente la più giovane sopravvissuta del TITANIC, con chiari ricordi di quella tragica notte del mese di aprile del 1912.

 


La famiglia Hart
 


Benjamin Hart


Esther Hart


 

La famiglia Hart, originaria di Ilford nell'Essex, Inghilterra orientale, accingeva recarsi nel continente americano, dove il capofamiglia Benjamin, con la moglie Esther, voleva intraprendere una nuova vita in Canada, e più precisamente a Winnipeg: qui era sua intenzione aprire una tabaccheria. Dunque Eva aveva solo che sette anni quando il 10 aprile del 1912 a Southampton salì a bordo del TITANIC, come passeggera di seconda classe.
A bordo la piccola fanciulla si fece subito notare da tutti per il grande affetto che nutrì nei confronti dei cani, che erano al seguito di alcuni passeggeri, che amava andare a trovare nel canile in compagnia del padre; vedi capitolo "I cani a bordo".

Eva, alle 23:40 del 14 aprile 1912, stava dormendo con i genitori nella sua cabina quando il TITANIC colpì l'iceberg: il padre accompagnò le donne alla scialuppa numero 14 e qui si raccomandò alla giovane Eva di fare la brava bambina. Fu l'ultima volta che Eva Hart udì la voce e vide la figura di suo padre: Benjamin Hart non sopravvisse al disastro ed il suo corpo, se recuperato non fu mai identificato.

La piccola Eva fu tra coloro che asserivano che l'orchestra del TITANIC in ultimo suonò la famosa melodia "Nearer, My God, To Thee" e che il TITANIC si spezzò in due tronconi.

La madre soffrì non poco dopo la tragedia; la stessa Eva rimase scioccata dagli eventi di quella notte e se si riprese fu molti anni dopo: si ricordava perfettamente tutto, ma la cosa peggiore che non poté mai dimenticare furono le grida delle persone che annegavano.

Raggiunta l'età della ragione criticò severamente la disposizione della White Star Line di dotare la nave di poche scialuppe di salvataggio confidando nell'inaffondabilità del TITANIC; ella sostenne anche la tesi che il Californian si trovava a poca distanza dal TITANIC e se ne restò defilato mentre era in atto l'immane tragedia.
Fin che fu in vita, divenne una sorta d'ambasciatrice della tragedia del TITANIC: ella si dibatté affinché il sito del relitto fosse preservato dall'avidità dei cacciatori di reliquie.
Eva Miriam Hart morì 91enne il 14 febbraio 1996: non si è mai sposata.


 
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