| La 
	tragedia del TITANIC, ci consente un'analisi descrittiva che offre 
	uno spaccato della società di inizio ventesimo secolo, da un lato, ma anche 
	alcune evidenze drammaticamente attuali.Un ricco database, contiene infatti informazioni dettagliate su tutti i 
	passeggeri registrati, la classe di imbarco, il numero dei figli o degli 
	accompagnatori, il prezzo pagato per il biglietto, origine e destinazione. 
	Le statistiche, oltre ad una descrizione accurata della popolazione a bordo, 
	ci consentono di rispondere alla fatidica domanda: ma Jack Dawson poteva o 
	no salvarsi?
 Scherzi a parte, la ricostruzione di James Cameron sembra giustificare una 
	dipartita del nostro aspirante pittore, per svariati motivi.
 Come dicevano gli antichi romani "pecunia non olet" (traduco: "il 
	denaro non ha odore"), neanche in mezzo all'oceano.
 I passeggeri di prima classe si sono salvati, in percentuale, in modo 
	sensibilmente più elevato di quelli della seconda e, con perfetta discesa 
	sociale negli abissi, della terza.
 A parte la decina di persone che viaggiavano con un biglietto gratuito 
	(costruttore e finanziatore, ma anche qualche "fortunato" in terza 
	classe...), i prezzi dei biglietti variavano, come già scritto ("Il 
	costo di un biglietto") da un minimo di 3 sterline ad un massimo di 870.
 Sappiate che 870 sterline nel 1912 oggi varrebbero davvero un sacco di 
	soldi. Quanti non ve lo dico nemmeno...
 Non avendo a disposizione l'informazione del reddito dei passeggeri, il 
	prezzo dei biglietti può essere utilizzato per calcolare ed avere comunque 
	qualche indicatore di disuguaglianza.
 Analizzando il costo dei biglietti del TITANIC (che ha una bella 
	variabilità, nonostante si tratti di titoli di viaggio), potrei senz'altro 
	affermare che a bordo del transatlantico la società aveva la sua bella 
	sperequazione.
 I dati mostrano che l'equipaggio aveva, comunque, effettivamente dato la 
	precedenza a donne e bambini: non c'è evidenza, invece, che ci sia stato un 
	qualche atto di gentilezza verso gli anziani.
 E veniamo a "quelli della terza classe", uomo adulto, senza figli od 
	accompagnatori. I dati ci dimostrano che avevano davvero poco da sperare in 
	una salvezza.
 Le persone sole o le famiglie molto numerose, vedevano le loro chances 
	ridotte proprio al lumicino.
 Ma qui dobbiamo smentire il film, in parte, e dire una cosa che forse in 
	pochi sanno.
 Il TITANIC era partito da Southampton, in Inghilterra, ma aveva fatto 
	scalo sia a Cherbourg, in Normandia, Francia, sia a Queenstown, in Irlanda. 
	Se si guarda ai sopravvissuti in base al porto di imbarco il grosso dei 
	passeggeri di prima classe si imbarcò a Cherbourg, mentre quelli di terza a 
	Queenstown: la disuguaglianza ed il disastro sociale sono il prodotto di una 
	società iniqua in cui i membri della stessa finiscono con il condurre vite 
	separate, anche fisicamente.
 Il 1912 non sembrava poi così diverso, in tutto ciò, dal mondo iperconnesso 
	di oggi.
 Povero Jack, di speranze ne avevi davvero poche. Ma forse vale la pena 
	alzare un po' il tiro e chiudere con un perfetto De Gregori: "La prima 
	classe costa mille lire, la seconda cento, la terza dolore e spavento. E 
	puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto. Sior Capitano mi stia 
	a sentire, ho belle e pronte le mille lire, in prima classe voglio viaggiare 
	su questo splendido mare."
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